Shawn Mendes, classe 1998, è diventato negli ultimi anni un vero e proprio fenomeno mondiale. Questo documentario, targato Netflix, racconta la parte più intima di questo cantautore. Si parte infatti dal racconto dei primi video caricati su Vine passando per il tour mondiale che l’ha visto protagonista fino ad arrivare alla realizzazione del suo ultimo album.
Il vero fil rouge di questa pellicola si ritrova nel racconto delle fragilità, dei sogni, delle aspettative e dei desideri dell’artista. Tramite gli incontri con i fan, la perdita della voce, il rapporto con la fidanzata Camila Cabello, la sua famiglia e le sue insicurezze, andiamo oltre quel velo patinato dietro al quale troppe volte vediamo relegati gli artisti di fama mondiale. Non a caso vediamo lo stesso Shawn chiedersi se il suo mostrarsi umano può inficiare il grande seguito che ha ottenuto negli ultimi anni.
Il documentario tocca tematiche con le quali tutti possiamo identificarci. Quelle che infatti sono le preocupazioni e aspirazioni di Shawn Mendes non sono poi così lontane dalla nostra quotidianità. La paura di deludere le persone attorno a noi, il pensiero che il nostro valore derivi solo dai nostri successi e l’ansia caratterizzano, almeno in parte, tutti noi. Durante la visione del film non possiamo fare a meno di provare positività e ottimisimo. Con determinazione, passione e un pizzico di fortuna i sogni si possono realizzare. Il vero sollievo che questa pellicola ci regala è però l’autorizzazione a mostrare le nostre fragilità.
Il film si basa sui filmati amatoriali dell’infanzia e dei primi passi mossi nel mondo della musica. Poi tramite le riprese del suo ultimo tour e della vita durante il tour ci sono mostrati gli alti e bassi che essere un giovane artista comporta. Infine lo vediamo al lavoro sul suo ultimo album e nei momenti di vita quotidiana. Il documentario è quindi costruito sui filmati amatoriali, su quelli professionali fatti con la camera a mano e quelli registrati durante il tour. Tutto questo concorre a creare il mood del documentario che vuole essere un racconto dell’uomo e dell’artista Shawn. La vera e propria forza del documentario risiede però nei suoi pensieri che sentiamo fuori campo e che accompagnano il documentario in tutta la sua durata. E’ proprio qui che conosciamo la parte più intima del cantautore che è, dopotutto, quella che siamo più curiosi di conoscere.
Lo stile è asciutto, semplice e intimistico. Non c’è alcun desiderio di compiacimento artistico. L’obiettivo è entrare nella vita di Shawn e di arrivare ad un pubblico più largo possibile.
Shawn Mendes: In Wonder fa parte di quel filone di documentari il cui obiettivo è quello di mostrare gli artisti nella loro parte umana. Questi documentari sono infatti il riflesso di una necessità sempre più crescente di umanità e condivisione di fragilità, tipica soprattutto delle generazioni più giovani. L’idolo perfetto e senza difetti ormai annoia. Consigliato a chi vuole sognare con i piedi piantati per terra.