I leoni sono tornati, nel sequel di ”Una notte da leoni” diretto da Todd Philips. Il primo capitolo aveva riscosso dure opinioni da parte della critica, ma un ampio consenso da parte degli spettatori di tutto il mondo, cosa che non è accaduta nel secondo, meglio ”accettato”.
Continuano le avventure degli scapestrati Phil, Stuart, Doug e Alan che solo due anni prima avevano rischiato di mandare a monte il matrimonio di Doug a causa di una notte a Las Vegas e di una droga potentissima che fa perdere la memoria. Da quel momento, Stuart aveva deciso fermamente di non ripetere l’errore commesso in precedenza.
La pellicola è ambientata a Bangkok in Thailandia, dove vive la nuova fidanzata di Stu e con la quale ha deciso di sposarsi, escludendo ogni tipo di ”addio al celibato” onde evitare problemi. All’ultimo momento Doug convince Stu ad invitare Alan, depresso perchè escluso dal ”branco” e addolorato per il mancato invito da parte dei suoi amici.
Tutto sembra procedere per il meglio, salvo il disappunto del padre di Tracy, che per tutta la durata della cena in famiglia per festeggiare le nozze, ridicolizza Stu, esaltando al contrario il suo secondogenito Teddy, brillante musicista e futuro chirurgo di sedici anni.
Altro inconveniente: Alan vede Teddy come suo possibile rivale e come intruso nel ”branco” e soprattutto, non ha mai dimenticato la fatidica notte a Las Vegas con i suoi amici( a provarlo infatti, sono le foto nella sua stanza). I ragazzi comunque, decidono di festeggiare in spiaggia davanti ad un fuoco, mangiando Marshmallow e bevendo birra.
Come nel capitolo precedente, il giorno seguente, Phil si risveglia nelle stesse condizioni di due anni prima: privo di memoria e in un Motel, dove ritrova Alan rasato a zero e Stu con un tatuaggio alla Mike Tyson, mentre ritrova soltanto un dito di Teddy. Comincia così la ricerca disperata del ragazzo prodigio, incorrendo, come previsto, in una serie di esilaranti inconvenienti e luoghi molto improbabili, passando dal Nevada, ai quartieri più malfamati di Bangkok.
La dura ricetta del sequel viene perciò applicata minuziosamente in Una notte da leoni 2: dagli ingredienti del micidiale cocktail del primo episodio (un trio comico perfettamente calibrato), fino al modo di miscelare l’umorismo di una commedia goliardica, con la struttura di un noir o di un giallo. Ciò che emerge però, è l’elemento fortemente pulp a differenza del primo capitolo: dita mozzate, sodomie, sguaiate sequenze d’azione, ecc. Per il resto però, non si è persa l’emozione e l’elemento sorpresa del déjà-vu.