L’amicizia oltre tutto
Tyler Nilson e Michael Schwartz, novelli film maker da lungometraggio dopo esperienze su corti e documentary short, scrivono e dirigono un gioiello cinematografico che resta nel cuore e nell’animo, esaltando a livelli estremi i rapporti umani che possono intercorrere fra personalità più disparate e diverse tra loro. In Viaggio verso un Sogno è infatti una pellicola bella perché ingenua, visto che scritta e ripresa proprio da chi, all’opera prima, cerca più di estrapolare la psiche interiore e spirituale dei protagonisti che climax a sensazione, mettendo perciò da parte peripezie con la macchina da presa in modo da salvaguardare i dialoghi tra i soggetti implicati, che grazie ad una sceneggiatura compatta, dolce ma allo stesso tempo carismatica, ironica e romantica, porta lo spettatore a sentirsi appagato.
Il sogno di Zack, ragazzo Down innamorato di Wrestling a tal punto da immedesimarsi lottatore anch’egli in un futuro immaginario, si incontra con la dura realtà di Tyler, vagabondo costantemente in rotta coi propri demoni, sotto forma di debiti, e da una vita estrema e sempre al limite, incentrata ora nella pesca di granchi. L’evasione dall’istituto di recupero è l’occasione che fa incrociare i due, dissimili in modo esagerato e ovviamente incompresi all’inizio, ma alla fine uniti da una leale e autentica amicizia!
La tenerezza che caratterizza le vicende dei due è avvolgente, in particolare perché raccontata a mo’ di Mark Twain in stile country e road movie, riportandoci dunque alle centinaia di pellicole sui generis, Green Book l’ultima, e poi perché sviluppate da una azzeccata combo ribellione/autenticità, per merito di due star come Shia LaBeouf, talentuoso bad boy hollywoodiano la cui bravura viene spesso offuscata da “imprese” fuori dal set, al pari del quasi coetaneo Emile Hirsch, e da Zack Gottsagen, che cede al film un’interpretazione disarmante e un meraviglioso carisma neorealista. La disabilità di quest’ultimo non viene assolutamente sfiorata nella piacevolissima oretta e mezza di proiezione, anzi, il suo rapportarsi in modo schietto, complice, furbo ma sincero e affettuoso con chiunque ne intralci la missione, lo rende come il vero eroe rivoltoso, trasformando così il suo partner in crime, da sempre malfidato e irriducibile fuggiasco, in un uomo nuovo, sensibile e pronto ad aprirsi e redimersi!
LaBeouf ottiene così il ruolo perfetto, mantenendo l’aurea imperscrutabile di bello e dannato, catapultato in una dimensione isolata alla Mud, pronto però a diventare una deliziosa canaglia, bisognosa di conforto e protezione verso chi sappia aprirgli il cuore. Il suo fascino dà naturalezza alle continue e mescolate sensazioni di gioia e dolore che Tyler prova ripetutamente.
Bella la chimica di gruppo, con la Eleanor di Dakota Johnson pronta a svestire i panni e le sfumature sexy e a partire sulle tracce di Zack a bordo di un caravan, e il solito immortale ed irresistibile Bruce Dern, cocciuto compagno di stanza e di sogni! Ottimi anche John Hawkes, Jon Bernthal e Thomas Haden Church, che danno ancor di più l’alone stellare a questo lungometraggio di “nicchia”.
Emozionante, poetico, commovente ma allo stesso tempo divertente e umoristico questo tragitto tra whiskey, erba, paludi e i fiumi del Midwest, accompagnato da una fotografia luminosa e una musica avvolgente per tutta la durata. La bellezza di vivere e farlo all’aperto, il rapporto con la natura e l’impossibilità di stare recluso, sebbene disabile o con problematiche varie, la spietatezza inoltre di dover affrontare i fantasmi del passato, risolverli o accettare di conviverci, scappare da una realtà opprimente e affrontare nuove strade tortuose: The Peanut Butter Falcon ci fa ragionare su tutti questi mantra dell’universo umano in modo schietto e attraverso un percorso di gruppo, grazie al quale la spartizione di esperienze comuni può aiutare il progresso umano di ognuno di noi.
E’ ancora più attraente la modalità indie di tutto il pacchetto, visto che allontana le similitudini coi più famosi mainstream del passato, apportando lo stesso al finale un risultato fiabesco ed empatico per merito della positività di spirito tra i protagonisti, che commuovendo ci fanno venir voglia di proseguire con loro il bellissimo viaggio alla ricerca di Dio.