
Nella classifica dei 50 Cult Movies di sempre, conquista il primo posto ”The Rocky Horror Picture Show” precedendo ”This is Spinal Tap” di Rob Reiner e ”Freaks” di Tod Browning. Tratto dallo spettacolo teatrale ”The Rocky Horror Show” di David O’Brien e diretto da Jim Sharman, questo film ha fatto subito scalpore per le sue tematiche sessuali rese esplicite nel corso dell’intera vicenda.
L’intera trama ruota intorno al bizzarro Dottor Frank-N-Furter, uno scienziato bisessuale e travestito, dalla movimentata vita sessuale e dalle dubbie origini. La voce guida del narratore esterno alla vicenda espone, di tanto in tanto, commentando ciò che accade. Tutto ha inizio il 9 agosto 1974, quando due ragazzi, Janet Weiss e Brad Majors si fidanzano e decidono di recarsi dal Dr Scott, il professore universitario presso il quale si erano conosciuti.
Tuttavia, durante il tragitto, vengono sorpresi da un guasto dell’auto e sono costretti a cercare rifugio in quello che poi si rivelerà il castello del Dottor Frank-N-Furter. Quest’ultimo subito si presenta alla giovane coppia, come Sweet transvestite, dolce travestito, proveniente dalla Transilvania, accogliendoli insieme al sinistro maggiordomo Riff-Raff, alla cameriera Magenta e dai transilvani, gli invitati dello scienziato.
Ignorando le ripetute richieste dei ragazzi, desiderosi di fare una semplice telefonata, Frank li condurrà nel suo laboratorio, spogliandoli di tutti i loro abiti e li inviterà ad assistere alla nascita dell’uomo perfetto: Rocky, biondo, stupido, alto e depilato, con il quale decide di sposarsi.
Da questo momento in poi, l’irriverente pellicola vedrà i protagonisti coinvolti in intrighi sessuali di ogni tipo, pilotati ovviamente dallo scienziato bisessuale che porterà Brad a tradire Janet e quest’ultima a vendicarsi lasciandosi sedurre dall’ignaro Rocky.
Tuttavia, sebbene esplicitamente a sfondo sessuale, la pellicola va ricordata per i numerosi riferimenti alla cultura, come al David di Michelangelo (per quanto riguarda la bellezza e la perfezione di Rocky), o la Creazione di Michelangelo in fondo alla piscina, simbolo di bellezza virile con qualche modifica riuspetto all’originale (fallo assai ingrandito). E ancora, il voler mettere in evidenza, utilizzando il tema del travestitismo, quanto siano effimeri i luoghi comuni imposti dalla ”normalità”.
In una delle prime performance cinematografiche di Tim Curry e della splendida Susan Sarandon, ”The Rocky Horror Picture Shop” non è solo un musical da non perdersi, ma anche uno spunto di riflessione in chiave comica dei limiti che negli anni 70′ venivano imposti. Con la sua dinamicità e freschezza, non poteva non guadagnarsi un posto nella National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.