Un cast tutto femminile per questo action tutto in stile ”Alice in Wonderland”. Dal regista di Watchman, Zack Snyder, la pellicola esce nel 2011, ottenendo un successo modico, se pensiamo all’impegno e ai personaggi estremamente numerosi. Ritroviamo alcuni attori già noti come Vanessa Hudgens, Emily Browning, Jamie Chung, ecc.
Un ottimo lavoro, nucleo centrale molto semplice, reso più complesso dalle varie diramazioni che assume la trama, dai mondi paralleli che la protagonista, Babydoll crea per evadere dalla propria condizione precaria. Interessante anche il finale, del quale preferisco non svelare nulla, ma che strappa un sorriso non essendo il banale lieto fine già visto.
Siamo alla fine degli anni ’50 e assistiamo alle tragiche vicissitudini di due sorelle che alla morte della madre ereditano tutti i suoi averi e per questo vengono minacciate e vessate dal loro laido patrigno che durante una notte, accecato dai fumi dell’alcol tenta di molestare la più piccola finendo per causarne la morte, scatenando di contro la reazione rabbiosa della sorella maggiore (Emily Browning) che impugnata un’arma lo minaccerà di morte finendo per questo in un istituto psichiatrico con l’accusa di aver ucciso la sorella.
Il patrigno sa che l’unico modo per mettere le mani sull’eredità e nascondere la verità sull’accaduto è quello di far tacere per sempre la figliastra e così corrotto un infermiere dell’istituto dove è internata la ragazza, predispone che su di lei venga eseguita di li a pochi giorni una lobotomia così da cancellarne per sempre volontà e memoria.
L’unico modo per la giovane di sfuggire alla mostruosità che sta per subire tra le pareti di quel tetro coacervo di follia è una fuga dalla realtà che la trasformerà nella letale guerriera Babydoll, così reclutate altre quattro pazienti comincerà a pianificare un’evasione che la porterà ad esplorare incredibili e spaventose realtà alternative dove la sua volontà sarà l’arma con cui conquistare gli strumenti necessari a guadagnare la libertà prima che sia troppo tardi.
Interessanti effetti speciali, fotografia che ricorda vagamente quella di Tim Burton per l’atmosfera dai colori cupi e sinistri. La parte meno interessante è quella del manicomio, la realtà che la protagonista si ritrova a combattere, mentre le parti ”action” ricordano alcuni videogiochi celebri come Metal Gear, Tekken, Crash Bandicoot (riproducendo persino i suoni delle esplosioni, musiche,ecc).
La protagonista ricorda vagamente Alice, come ho già accennato, nell’aspetto(capelli biondi, cerchietto nero, carnagione marmorea), ma anche nell’enorme capacità di immaginare per evadere da quella che è la dura realtà della sua vita precaria.
Ovviamente, le vicende differiscono fra loro: Alice non immagina di combattere soldati e mostri per salvarsi, nè è stata rinchiusa in un manicomio, Babydoll (il nome anagrafico ci è celato nel corso di tutta la pellicola) invece, utilizza questi mondi per vendicarsi della piega che aveva preso la sua sorte.
Il regista, inoltre, in più interviste, ha voluto far emergere l’importanza dell’elemento: suoni e musica.
« Nella storia, la musica è la cosa che le lancia all’interno di questi mondi fantastici »
Sono queste le parole di Zack Snyder sul suo lavoro. Effettivamente senza una buona colonna sonora sarebbe stato impossibile per lo spettatore ”entrare”, in un certo senso, nel film , indossando per qualche minuto, i panni di una delle nostre protagoniste.
La scelta del cast esclusivamente femminile, è un voler contrastare la scelta del cast interamente maschile di 300′, una sorta di rivalsa delle donne nel mondo del cinema.
Davvero un ottimo lavoro.