Ben Whittaker (Robert De Niro), settantenne pensionato, vedovo e annoiato dalla monotonia della sua vita decide di rispondere ad un annuncio per tirocinanti senior presso una startup di Brooklyn che si occupa di vendere vestiti online.
A capo della Start up c’è Jules Ostin (Anne Hathaway), giovane imprenditrice a tempo pieno, sposata e con una figlia. A Ben viene affidato il compito di fare da assistente e aiutante a Jules. Sebbene quest’ultima lo veda inizialmente poco utile all’azienda e non gli presti molte attenzioni, le cose ben presto cambiano. Ben, infatti, è dotato di uno spirito di squadra che lo porta a fare amicizia con tutti i colleghi e a rendersi utile mettendo in pratica la sua esperienza. Il lato collaborativo e profondamente umano di Ben gli consentiranno di diventare oltre che collaboratore insostituibile di Jules anche un prezioso amico.
Lo stagista inaspettato è uno di quelle commedie hollywoodiane che scaldano il cuore e ti riconciliano col mondo, affrontando allo stesso tempo tematiche difficili con un linguaggio accessibile a tutti.
La sua forza sta nella leggerezza e intelligenza con cui tocca temi attuali. Innanzitutto ci si sofferma sulla difficoltà dell’essere una donna, madre, moglie, imprenditrice e lavoratrice a tempo pieno. Jules ha poco tempo da dedicare a suo marito e a sua figlia, perchè troppo stanca dal lavoro o troppo presa da quest’ultimo. Proprio a causa della sua occupazione, avrà delle difficoltà familiari e si ritroverà a considerare di delegare il suo ruolo a capo dell’azienda. Inoltre si sottolinea il giudizio, spesso al veleno, delle madri delle compagne di classe della figlia di Jules.
Proprio sulla questione femminile risultano interessanti i confronti tra Jules e Ben che fanno riflettere e pensare lo spettatore. Vedere le problematiche della donna contemporanea sia dal punto di vista di un uomo maturo che di una giovane donna consente di non delegare queste tematiche solo al mondo femminile e di poter usufruire di due punti di vista diversi per cercare le soluzioni a questi problemi.
Altra tematica interessante è l’amicizia tra Ben e Jules. Le loro differenze di età e background si rivelano essere una risorsa non solo per l’azienda ma anche umana. La calma e l’umanità di Ben, consentono a Jules di essere più focalizzata sul suo ruolo di imprenditrice ma le permettono anche di non perdere il contatto con i suoi affetti e sè stessa.
Dal punto di vista stilistico, la pellicola si basa non solo sulla bravura e l’affiatamento tra Robert De Niro e Anne Hathaway ma anche su una sceneggiatura diretta, efficace e mai sopra le righe. La regia di Nancy Meyers è focalizzata principalmente nel far entare lo spettatore nella storia, senza volontà di compiacimento artistico. La regista riesce a portare lo spettatore dentro la storia facendolo affezionare ai personaggi. Personaggi che si rivelano ben costruiti e tridimensionali.
In particolare, merita una nota la costruzione del personaggio di Jules. Questa infatti non è descritta come una donna lavoratrice acida e senza alcun sentimento, come spesso vengono dipinte le donne lavoratrici in molte commedie . Di lei, invece, scopriamo il suo lato professionale, severo ed esigente ma anche quello più intimo e privato. Entriamo nella sua vita familiare fatta di alti e bassi e di difficoltà con cui tutte le donne riescono ad identificarsi almeno in parte. Rappresentativa del carattere di Jules è la prima scena che la vede protagonista, in cui parla direttamente con una cliente insoddisfatta del servizio, assicurandole che se ne prenderà pieno carico e dando attenzione alla cliente. Da questa scena capiamo subito che Jules è sì una donna in carriera ma anche profondamente umana.
Film consigliato, per godere ancora una volta della bellezza delle commedie americane intelligenti e centrate.