Reggio Emilia, anni 2010. Riko (Stefano Accorsi) e’ sposato con Sara( Kasia Smutniak) da una vita. Lui lavora in un salumificio mentre Sara gestisce un salone di parrucchiere con un amica. Tra venerdì sera in discoteca, sabato sera con amici e reciprochi tradimenti, vediamo come entrambi siano stanchi della vita che conducono. Riko è insoddisfatto del suo lavoro, del suo rapporto con la moglie e delle ingiustizie che deve subire pur di andare avanti. Sara si sente sempre più lontana da Riko e convive con un dramma del suo passato non ancora superato.
Qualcosa comincia a cambiare quando Riko partecipa ad una manifestazione di lavoratori a Roma, ed è ferito dalla polizia. Questo evento, infatti, fa risvegliare Riko dal torpore in cui era caduto. Riko e Sara si riavvicinano, risolvono le incomprensioni del passato, e ritrovano sé stessi. Come spesso accade però non tutto fila liscio. Riko e Sara saranno ancora una volta messi alla prova dalla vita e solo attraversando il buio ritroveranno una nuova e autentica felicità.
Made in Italy e’ uno spaccato dell’Italia pre-pandemia, raccontato perfettamente tramite la storia di Riko, della sua famiglia e dei suoi amici. Al centro di questa pellicola ci sono temi come la mancanza di prospettive per i 50enni che perdono il lavoro e non sanno più come ritrovare il loro posto nella società, il futuro incerto dei giovani sognano un futuro in Italia che diventa sempre più precario e il doversi realizzare lontano da casa. Quella raccontata da Luciano Ligabue, qui alla sua terza regia, è quindi un’Italia che nonostante le difficoltà si da’ da fare, che non si arrende e che cerca di reinventarsi con tenacia in un mondo sempre più globale.
Il film ha un messaggio chiaro e lo cerca di veicolare nella maniera più diretta possibile. La regia è asciutta, semplice e la scrittura arriva dritta al punto. Nella prima parte ha un ritmo più lento al fine di farci entrare nel disagio dei protagonisti e farcelo comprendere fino in fondo. La seconda parte invece è più dinamica e tiene lo spettatore incollato allo schermo fino alla fine. Si sente dietro a questa storia un’urgenza di rappresentare una parte della realità italiana e tutte le scelte tecniche e stilistiche sono prese al fine di raccontarla.
Una particolare menzione va fatta alla performance attoriale di Stefano Accorsi. Quest’ultimo si cala perfettamente nella parte di Riki e ci racconta i suoi alti e i suoi bassi, le sue gioie e dolori in maniera autentica, senza pietismi o forzature, e questo rappresenta uno dei punti di forza della pellicola.
La colonna sonora e’ riuscita ed e’ caratterizzata dalle canzoni di Luciano Ligabue che sottolineano e accompagnano le scene salienti del film senza sovrastarle.
Film interessante e consigliato. Seppur la regia non ne’ di stampo autoriale o tipico delle grandi produzioni, Made in Italy mette al centro la storia che vuole raccontare come raramente si vede nel cinema contemporaneo.