Negli ultimi anni Netflix ha prodotto e distribuito molteplici film documentari sulla vita delle più importanti e famose star internazionali. Un esempio è il documentario Gaga: Five Foot Two che ha come protagonista Lady Gaga.
Questi documentari sono indice di un desiderio di andare oltre la conoscenza e la celebrazione di un personaggio tramite un racconto biografico. L’obiettivo è, infatti, conoscere le problematiche della vita di queste star, le loro aspirazioni, ciò contro cui devono lottare sia nella sfera privata che lavorativa e i sacrifici per realizzare i loro sogni. Non si vuole celebrare, quanto conoscere e dare un esempio con cui il pubblico possa immedesimarsi e riconoscersi.
Miss Americana non fa eccezione. Presentato al Sundance Film Festival 2020, racconta il successo, i problemi e le sfide vissute da Taylor Swift, cantante counrty- pop statunitense di successo mondiale. Il modo in cui lo fa non è tradizionale. La carriera e la vita privata di Taylor Swift sono, infatti, una scusa per conoscere in maniera approfondita non solo le difficoltà e le sfide affrontate dall’artista ma, sopprattutto, per indagare alcune delle questioni più scottanti e urgenti della società contemporanea.
Analizzando più nel dettaglio le quesioni affronte nel documentario, si possono individuare spunti di riflessione sulla società odierna.
In Miss Americana si racconta la molestia subita da Taylor Swift da parte di un presentatore radiofonico durante la promozione del suo nuovo album. Taylor Swift racconta la sofferenza e l’umiliazione provata in tribunale durante il processo, la paura di non essere creduta e le accuse retrograde mosse nei suoi confronti. Oltre al racconto di un episodio così odioso, la regista, Lana Wilson, racconta come Taylor Swift sia riuscita a trasformare la sua sofferenza in qualcosa di positivo. Taylor Swift decide, infatti, di lottare contro qualsiasi tipo di discriminazione e violenza. Per farlo esce dalla neutralità politica, si schiera a sostegno delle donne, lotta per i diritti LGBTQ+ e contro l’emarginazione delle minoranze.
Altro tema di grande attualità affrontato è quello dei disordini alimentari. Taylor Swift dichiara di aver vissuto un periodo in cui non mangiava per giorni interi e si allenava molto. Il suo obiettivo era quello di avere un fisico perfetto, essere apprezzata da tutti, e incarnare gli standard di bellezza richiesti.
Collegandosi all’argomento precedente, si racconta la difficoltà di essere una cantante donna nell’industria discografica contemporanea. Per essere sempre apprezzata dal pubblico, ad una donna è richiesto di reinventarsi continuamente per apparire sempre giovane e fresca al pubblico. Dopo l’età di 35, Taylor Swift afferma che è estremamente difficile avere un grande successo e popolarità per una cantante donna.
In circa 90 minuti entriamo nel mondo di Taylor Swift, cogliendone l’aspetto più intimo e privato. Le tematiche raccontate, sebbene complesse e spinose, vengono rese approcciabili anche dal vasto pubblico tramite l’esperienza vissuta da una cantante di successo mondiale che viene mostrata in tutta la sua umanità. Attraverso la sua vita e le sue vicende personali, avviciniamo e comprendiamo più da vicino questioni riservate solitamente a film impegnati e di nicchia.
Taylor Swift viene fuori in tutte le sue sfacettature. Sono infatti raccontate le sue insicurezze e paure, ma anche la sua determinazione e forza per realizzare ciò che ha sempre voluto. Molto interessante è anche il finale in cui l’artista parla delle sfide che la aspettano nel futuro, degli aspetti del suo carattere sui quali deve lavorare e le questioni ancora irrisolte della sua vita.
Documentario consigliato, per riflettere senza manierismi nè forzature su tematiche scottanti, conoscendo l’umanità di una cantante che ha influenzato la cultura musicale americana.