Moulin Rouge è un film- musical del 2001 diretto da Baz Luhrmann, una pellicola atipica nel suo genere in quanto i brani cantati dai vari protagonisti non sono altro che rivisitazioni di brani storici della musica pop, in particolare quelli dei due attori protagonisti: Nicole Kidman e Ewan McGregor.
Il primo elemento sul quale bisogna soffermarsi è l’abilità canora dei due protagonisti, come ben sappiamo attori, non cantanti, che hanno stupito gli spettatori con voci splendide , pur non essendo professionisti in campo musicale, senza voler togliere niente ovviamente agli altri interpreti.
Una storia d’amore strappalacrime, ”Moulin Rouge” fa commuovere milioni di spettatori in tutto il mondo, avendo come complice la ”musica” . Nonostante la linea guida sia abbastanza lineare e già sentita, Luhrmann trasforma il degrado del mondo della prostituzione, in un’universo fiabesco.
La Kidman, forse giudicata ”inappropriata” in un primo momento per il ruolo di Satine, la prostituta più bramata di Parigi, si è rivelata un ottimo acquisto. L’attrice riesce a camuffare il suo lavoro, ma sa anche sedurre grazie alle movenze e alla sua inconfutabile bellezza.
Per quanto riguarda le musiche, il connubio fra antico e moderno del geniale Marius De Vries, rende l’atmosfera elettrizzante. Ad accrescere questa caratteristica, sono le diverse parti in prosa, che rendono il ritmo meno lineare e ”piatto” di quello che ci si aspetterebbe da un qualsiasi Musical.
Arrivato da Londra nella Parigi del 1899, il giovane scrittore Christian entra in contatto con le dominanti compagnie di ‘bohemiens’, dove gira anche Toulouse Lautrec, e riceve l’incarico di scrivere un testo da mettere in scena al Moulin Rouge. A sera Christian incontra Satine, la stella del locale e probabile protagonista del lavoro, e subito si innamora di lei. La realtà però è un’altra.
Il Duca di Worchester, che finanzia gli spettacoli, ha messo gli occhi su Satine, e naturalmente l’impresario Zidler cerca di favorire questa relazione. Succede invece che, dopo essersi conosciuti, tra Satine e Christian l’attrazione sia reciproca. I due dicono di volersi amare, mentre però il Duca fa di tutto per procurarsi appuntamenti con la ragazza. Satine è ammalata e la sua salute peggiora. Il Duca pone un ultimatum nei confronti di Christian, che sarà eliminato se insisterà a corteggiare Satine.
”Moulin Rouge” nella storia della critica, ha avuto tanti giudizi diversi, opinioni positive o negative, in quanto è un film che si ama o si odia. È comprensibile che un film così particolare desti reazioni molto diverse, del resto non tutti amano il genere musicale. Io non sapevo nemmeno che fosse un musical quando ho iniziato a vederlo… e ne sono rimasta inizialmente delusa, come chi legga un libro aspettandosi di trovare un opera in prosa e trovi una poesia.
Tuttavia, per i messaggi che il film cela, come la lotta alla povertà, al degrado, o per la scelta del cast più che riuscita. In questo film non sono solo i contenuti a colpirci, infatti, ma anche le forme: la scelta degli attori è stata impeccabile, non solo per la loro bravura, ma soprattutto per le capacità comunicative dei loro volti.
E che dire dei balli e delle musiche? Nicole Kidman è straordinaria nel ruolo di Satine. Estupisce tutti spogliandosi della solita maschera altezzosa per vestire i panni di una fragile prostituta. È lei che dà vita al film, anche se un po’ troppo melodrammatica in alcuni passaggi (quando scoppia in lacrime dopo aver rifiutato il conte).
Come film possiamo dire che parte male, ci viene rivelato il finale già dai primi minuti, ma poi, man mano che i vari personaggi e fotogrammi ci scorrono davanti, migliora sempre più, fino ad arrivare al tragico finale, in cui vien detto che lo spettacolo deve andare avanti, noi siamo gente di malaffare non possiamo permetterci l’amore” con in sottofondo “Show Must go on” dei Queen.
Desiderio, passione, sospetto, gelosia, rabbia e tradimento: avrebbe potuto ambire ad essere una tragedia di Shakespeare, intrisa fino all’orlo di drammaticità, ma non regge nemmeno lontanamente il confronto con le opere del grande scrittore.
E lo fa per libera scelta del regista: solo il finale abbandona quell’atmosfera scherzosa e frivola che accompagna tutto il film. Un’opera in “prosa” avrebbe, a mio modesto parere, essere piì profondo o almeno comunicarsi al pubblico con maggiore efficacia. Ma avrebbe dovuto rinunciare ai balli, alle musiche, e all’atmosfera bohemien tanto cara al regista.
Insomma, film perfetto senza i troppi elementi cominci, ma nel complesso davvero bello, per i suoi contenuti superbi.